L’ansia è una condizione di attivazione neuro-fisio-psicologica eccessiva, perdurante, che tende ad incidere su molte sfere della vita personale compromettendole.

La caratteristica dell’ansia, rispetto alla paura o alla attivazione, con cui condivide molti segnali neurofisiologici, è tipicamente di tipo psicologico. Se infatti la paura o l’attivazione sono reazioni a situazioni di pericolo o di necessità imminenti, presenti e concrete, l’ansia è una attivazione anticipatoria non collegata ad un reale concreto pericolo imminente ed ha la caratteristica di permanere nel tempo e di essere eccessiva ed irragionevole.

Una giusta dose di preoccupazione o di attivazione, come abbiamo visto in un altro articolo, possono essere utili a migliorare il proprio funzionamento perché consentono di preparare o prevedere situazioni precise e mettere in campo adeguate soluzioni. Questo comportamento per gli psicologi è un buon funzionamento adattivo.

Se invece la preoccupazione è infondata, eccessiva, perdurante, finisce per compromettere non solo il funzionamento adattivo della persona, ma la sua qualità della vita e rendere i suoi comportamenti disfunzionali in diverse aree in cui essa si sviluppa: lavoro , affetti, relazioni sociali.

Ci sono all’interno di questo grande tema dell’ansia diverse tipologie e situazioni in cui essa si manifesta, perché questo stato può essere attivato da diverse situazioni e oggetti specifici e manifestarsi quindi nelle fobie, così come invece collegarsi ad altri disturbi e quindi torna utile riprendere la classificazione dei disturbi che secondo il DSMV appartengono al cluster dei disturbi d’ansia.

Molti di questi disturbi, hanno origine in età evolutiva, ed hanno una particolare incidenza legata al genere, in quanto colpiscono con maggiore frequenza il genere femminile. Per caratterizzarsi come riferiti a questo breve elenco i disturbi d’ansia non devono insorgere per una qualche condizione medica o essere indotti da farmaci o sostanze.


Prima di procedere con questo breve elenco, se ti va puoi seguire il video di una conferenza che ho tenuto sul tema.

Disturbo d’ansia di separazione.
Si verifica in un perdurante eccessivo stato di preoccupazione legato a qualsiasi possibilità di distacco dalle principali figure di accudimento, paura che accada loro qualche cosa di irreparabile. Si traduce in una grave e perdurante compromissione della normale socializzazione, con il rifiuto di uscire di casa di frequentare amici, di andare a scuola, nonché lasciar uscire di casa per andare a lavoro, a meno che non si possa realizzare una costante ed assillante presenza; frequenti dono le somatizzazioni, disturbi del sonno e incubi.

Mutismo selettivo.

Si tratta anche in questo caso di un disturbo tipico dell’età evolutiva, che si manifesta in una incapacità di parlare in situazioni specifiche spesso in assenza delle figura di accudimento e che dura svariati mesi e non dipende da impossibilità fisiche o barriere linguistiche.

Fobia specifica

Il campo delle fobie è molto vasto; si caratterizza per una attivazione di carattere ansioso, anche assai acuto, che però ha un oggetto specifico scatenante e che determina delle strategie di evitamento delle situazioni fobiche tale da creare alle volte danni seri alla persona. Se si pensa infatti che tra le fobie specifiche troviamo la fobia per il sangue, per le cure mediche, per gli aghi etc. è evidente che il rischio di tali situazioni si trasformi in carenza di cure.

Oltre a quelli citati però abbiamo anche oggetti fobici, alcuni animali, alcune situazioni particolari come il volo o i luoghi chiusi etc.

Disturbo d’ansia sociale o fobia sociale

Si manifesta nelle situazioni in cui la persona avverte di poter essere giudicata o  valutata; conoscere la prima volta una persona, parlare in una equipe di lavoro o parlare in pubblico, così come il sentirsi osservati mentre si hanno certi comportamenti come mangiare o bere, da luogo ad una sofferenza particolare. Questo disturbo crea diverse compromissioni nella sfera lavorativa, ma può manifestarsi anche in età avanzata a causa di alcune compromissioni nell’efficenza funzionale dell’anziano che finisce per segregarsi in casa a causa della paura di un giudizio altrui sulla propria persona.

Agorafobia

non è come qualcuno crede la paura delle piazze vuote o degli spazi aperti, ma la pura di trovarsi in situazioni dalle quali non sia immediatamente evidente una via di fuga, o una situazione di controllo che permetta di chiedere aiuto.

Disturbo d’ansia generalizzata

Questo disturbo ha le caratteristiche tipiche di quello che generalmente chiamiamo ansia ma che in questo caso, per raggiungere il livello del disturbo hanno una componente macroscopica, ricorrente e perdurante della sintomatologia.

Come ho già detto si tratta di un vissuto caratterizzato da una forte attivazione neurofisiologica che da luogo anche a disturbi somatici effettivi che possono colpire a seconda della persona, l’apparato gastrointestinale, o quello scheletrico-muscolare; si manifesta anche con palpitazioni, respiro corto, sudorazioni, tensione muscolare, disturbi del sonno affaticamento generale e difficoltà di concentrazione.
Nel disturbo d’ansia il pensiero gioca un ruolo importante perché ha la caratteristica di un pensiero fisso o ruminante. Una forma del pensiero che quindi assorbe tutte  le altre e impedisce di guardare a ciò che genera ansia in modo concreto. Questo rende inefficienti sul lavoro o nell’esecuzione di molte delle normali attività domestiche e di cura di se e delle relazioni. Il risultato di questo è spesso un ritiro sociale, una sensazione di incomprensione degli altri per il proprio vissuto.
La persona che vive questo stato d’ansia tende a considerare se stessa incapace di reggere o di modificare queste situazioni. Ecco perché spesso nelle azioni terapeutiche uno degli obiettivi di lavoro riguarda proprio il fatto di favorire nel soggetto la percezione di ciò che è capace di fare, di ciò che gli riesce e di come sia in grado di ritornare a prendere il controllo sugli eventi.

Disturbo di Panico.

Tra le manifestazioni dell’ansia il disturbo di panico rappresenta una forma insidiosa e subdola che si manifesta all’insorgere id ricorrenti e inaspettate crisi di panico e che compromette perciò in modo molto significativo la qualità della vita delle persone  affette.

La crisi di panico infatti ha una serie di sintomatologie molto specifiche e gravi tale che la paura che esse si ripetano paralizza il soggetto in una strettissima cerchia di relazioni e situazioni tradizionali, conosciute, e controllate.
La crisi di panico comporta:
palpitazioni, tachicardia sudorazione, mancanza di respiro, senso di soffocamento, dolori al petto, nausea, parestesia parziale di arti, etc.
Insomma una serie di situazioni che danno la paura di morire o di impazzire all’istante.

Nel DSM V ci sono poi riportati anche altri specifici disturbi legati all’ansia e dovuti a condizione medica, o a uso di sostanze, etc. Non è il caso di affrontarle qui trattandosi di questioni molto specifiche e relativamente assi poco frequenti.

L’ansia si può curare, certamente non con la bacchetta magica, né solo con il supporto farmacologico che per altro può avere una utilità in alcune situazioni di grave crisi. Il supporto dello psicologo è quindi importantissimo per sostenere la persona in un progetto emancipativo.

Francesco Milanese, classe 1960, Psicologo, Mediatore familiare, Formatore, specialista in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani, Mindfultrainer. Mi sono sempre occupato di educazione, famiglia, benessere della persona, conflitti e comunicazione nelle relazioni umane.

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