Sono oramai moltissime le indagini scientifiche approfondite che riguardano i comportamenti degli adolescenti in rete, ossia la loro frequentazione di social network, di chat, la fruizione di musica in rete, di ricerca di informazioni e di shopping on line.

In particolare sono interessanti anche e di qualche anno fa, gli studi condotti in Cina dal Dipartimento di psicologia e Scienze di vita dell’Università’ cinese di Zhejiang che riguardano le distorsioni dei comportamenti o delle funzioni celebrali degli adolescenti dipendenti da internet e sulle cause relative alla loro dipendenza, così come gli studi condotti in Australia dal Dipartimento di psicologia dell’Università di Adelaide.
Si tratta di studi avanzati e rigorosi sotto il profilo del metodo scientifico che ci fanno capire quanto il tema della dipendenza da internet sia attuale e globale al tempo stesso. 

Nella mentalità adulta l’accesso ad internet è legato al computer, dunque ad una tecnologia che avrebbe ancora a che fare con una gestione complessa  un pc è grande, ha una sua difficoltà di gestione deve essere usato in un certo modo.
In realtà il 96% degli adolescenti entra in rete attraverso lo smartphone. Quell’oggetto che noi adulti comperiamo a loro già dagli 11-12 anni, pensando di regalargli un telefonino che ha anche altre funzioni, ma che, nel loro vissuto, è una porta verso l’infinito mondo in cui, solo come funzione residuale c’è anche quella di telefonare.

La dipendenza da internet, secondo questi studi, può anche avvenire in conseguenza da stress o da frustrazioni nelle relazioni affettive o familiari.  Si tratta di quelle cose, normali, che possono capitare a tutti i ragazzini e le ragazzine di 12-13 anni, ma che diventano esistenzialmente più difficili da superare in una dimensione sociale come la nostra sempre meno legata alle relazioni reali. così fin da giovanissimi trovano nella rete, soprattutto grazie ai social, un amplificatore dei loro dolori, delle gioie, delle emozioni istantanee.

Secondo questi studi, in sostanza la dipendenza da internet nasce quale risposta adattiva ad una frustrazione perché nel sistema delle relazioni primarie, famiglia e amici, non si è trovato un supporto adeguato, sul piano affettivo ed emotivo, e perciò si è trovata in rete una scorciatoia per compensare la frustrazione. La Internet addiction, come dimostrano gli studi, colpisce una parte significativa anche se non allarmante, della popolazione adolescenziale (ma che arriva al 6% nella fascia d’età tra gli 11 e i 14)  ha aspetti patologici rilevanti, sia di tipo cognitivo che comportamentale:

  • perdita del sonno
  • disturbo nella concentrazione e nello studio
  • alterazione della flessibilità cognitiva

Si colloca dunque in quella nuova area dei disturbi comportamentali dove la dipendenza non è dovuta alle sostanze, ma a certi comportamenti che attivano nel cervello processi simili a quelli attivati dalle sostanze e producono quindi nuove dipendenze come nei disturbi alimentari, nello shopping compulsivo, nella dipendenza da gioco d’azzardo.

Sarebbe bene, dunque, da un lato conoscere gli strumenti che i nostri figli usano, dall’altro offrire uno schema di comportamento un insieme di regole buone per abituarli ad usarne nel modo migliore.

Francesco Milanese, classe 1960, Psicologo, Mediatore familiare, Formatore, specialista in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani, Mindfultrainer. Mi sono sempre occupato di educazione, famiglia, benessere della persona, conflitti e comunicazione nelle relazioni umane.

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